L’impero (romano) del farro

proprietà nutritive farroQuando ero piccolo, sul mio sussidiario c’era scritto che i barbari ebbero la meglio sui romani (anche) per una questione di dieta. Miracolati della carne essiccata, i Conan dell’epoca (e mi riferisco a un vecchio film di Arnold Schwarzenegger) non potevano avere la meglio su un popolo di “polentoni”.

Tralasciando il fatto che, al momento della caduta, gli eserciti romani erano composti da mercenari barbari, nulla di più lontano dalla realtà. La dieta degli antichi romani era molto sana e si basava essenzialmente su un alimento chiave molto ricco dal punto di vista nutrizionale, il farro.

Ce n’era per tutte le salse: arrostito, pestato e fatto bollire in acqua salata fino a farlo addensare in una pappa (una specie di polenta), cui venivano aggiunti, quale companatico, i legumi (ceci, fave, lenticchie e fagioli) oppure formaggio e uova (garantendo nell’uno o nell’altro caso quell’extra di proteine molto utili per scendere in battaglia). Completava il mix (nelle varianti dolci) il miele.

Il rapporto tra i romani e il farro era così consolidato e profondo che per le copie di novelli sposi veniva preparato del pane di farro: era il rito del cumfarreatio con il quale si annunciava al mondo la nascita di una nuova famiglia. Il verbo “conferire” deriva dal farro!

Forme di pane di farro venivano consegnate come paga ai legionari e la zuppa di farro era il cibo dei gladiatori prima dei combattimenti nel Colosseo.

Le proprietà nutritive del farro

farroLa parola “farina” deriva dal farro, anche se noi oggi la usiamo per indicare la macinatura delle cariossidi del grano.

Eh sì, noi tutti sappiamo che il grano (un parente strettissimo nella grande famiglia dei cereali) ha fatto suo il ruolo che prima era del farro. Infatti, anche se quest’ultimo è incredibilmente robusto e facile da coltivare (non soffre il freddo, si ammala raramente e non attira gli infestanti), il grano ha una resa migliore.

Oggi si assiste però ad una riscoperta del farro, non fosse altro perché il nostro è più performante dal punto di vista nutrizionale. È ricco di vitamine e sali minerali, oltre che di calcio, fosforo, sodio, magnesio e potassio. È una buona fonte di proteine e ferro, e contiene molta fibra. La sua proprietà principale, però, risiede nel contenuto di selenio e di acido fitico che contrastano l’azione dei radicali liberi, i maggiori responsabili dell’invecchiamento e di tutte le forme di degenerazione cellulare, per esempio i tumori.

Il farro è assai meno calorico (e ha meno glutine) del grano ed è quindi molto indicato per chi vuol perdere peso con una dieta ipocalorica.

Questo dovrebbe farci capire che, a differenza di quanto leggevo nel mio sussidiario un tempo, la dieta non ha avuto un ruolo nella caduta della civiltà romana e darci anche un’idea del perché noi italiani con il grano abbiamo faticato a ricompattare la patria, mentre con il farro abbiamo tirato su un impero.

(per maggiori informazioni: “Il farro nella Roma antica”
di Matteo Baldi, Edoardo Degli Esposti e Sami Gabsi.
Oppure il sito internet: tantasalute.it)

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